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Quarto figlio di Pietro Sordi (
Valmontone[3],
1897 –
Roma,
1941), professore di musica e suonatore di
bombardino nell'orchestra del
Teatro dell'Opera di Roma, e di
Maria Righetti, insegnante elementare nata a
Sgurgola (
provincia di Frosinone), deceduta nel
1951, nacque in via S. Cosimato, 7 (la casa scomparve negli anni trenta per la costruzione del palazzo della Caritas
[4][5]) nel rione popolare di
Trastevere, lo stesso di
Claudio Villa e di tantissimi altri artisti del primo dopoguerra; trascorse in parte i suoi primi anni nella cittadina di
Valmontone[6]. Già nelle scuole elementari iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette per un pubblico di suoi coetanei, oltre a cantare come
soprano nel coro di voci bianche della
Cappella Sistina diretto da don
Lorenzo Perosi.
Cresciuto, studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica, come
basso, per un certo periodo della sua giovinezza. Nel
1936 incise un disco di fiabe per bambini per conto della casa discografica
Fonit e con il ricavato partì per
Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione all'
Accademia dei Filodrammatici. Per trasferirsi al nord abbandonò gli studi all'Istituto di Avviamento Commerciale (conseguì comunque il diploma di
ragioniere alcuni anni più tardi per fare contenta la madre
[7]). Sordi raccontò in una puntata del
Maurizio Costanzo Show che un giorno, durante la frequenza dell'Accademia, l'insegnante di dizione lo chiama in disparte e gli dice: «
Lei dice guèra,
ma si dice guèrra». Lui risponde: «
Me se strigne 'a gola a di' guèrra». Verrà espulso, proprio a causa della sua dizione di influsso dialettale. Il diploma lo ottiene in seguito, come privatista. Con lo scoppiare della
Seconda guerra mondiale, Sordi indosserà l'uniforme del
Regio Esercito, prestando servizio presso la
banda musicale presidiaria del
81º Reggimento fanteria "Torino"[8], accompagnando le partenze dei militari italiani per la breve campagna francese.
Una volta entrato nel mondo della celluloide, non trascurò le sue origini musicali: nel
1956, realizzò una commedia che narrava le turbolenti vicende di uno studente di canto, molto viziato, presuntuoso e mantenuto dall'esasperato suocero (
Aldo Fabrizi), che aspira a calcare le scene della lirica. Il film s'intitola
Mi permette babbo! ed è diretto da
Mario Bonnard; vi compaiono anche cantanti lirici che, all'epoca, erano delle autentiche celebrità, tra cui il poderoso basso senese
Giulio Neri. Nel
1957 Sordi si iscrisse alla
SIAE come suonatore di
mandolino, strumento che conosceva bene dato che durante la
seconda guerra mondiale aveva fatto parte della banda dell'esercito. Ottenne la qualifica di "Compositore melodista"
[9].
Rientrato nella capitale, nel
1937 trovò lavoro come comparsa a
Cinecittà (appare nel film kolossal
Scipione l'Africano in un ruolo da generico di un soldato romano e in
Giarabub, di
Goffredo Alessandrini, in cui interpreta la parte di uno dei soldati a presidio dell'oasi) e vinse un concorso indetto dalla
Metro Goldwyn Mayer per doppiare la voce di
Oliver Hardy (inizialmente doppiava con lo pseudonimo
Albert Odisor, insieme a
Mauro Zambuto che prestava la voce a
Stan Laurel). Come doppiatore lavorerà fino al
1951 dando la voce tra gli altri a
Bruce Bennett,
Anthony Quinn,
John Ireland,
Robert Mitchum,
Pedro Armendariz e, per gli italiani, a
Franco Fabrizi e persino
Marcello Mastroianni.
Ad esso fanno seguito, nella stagione
1941-
1942 Tutto l'oro del mondo con la compagnia di
Guido Fineschi e
Maria Donati,
Teatro della caricatura (
1942) accanto a
Fanfulla,
Ritorna Za-Bum(
1943) e
Sai che ti dico? (
1944) entrambe scritte da
Marcello Marchesi e dirette da
Mario Mattòli, la rivista musicale
Un mondo di armonie (
1944) di
Alberto Semprini,
Imputati... alziamoci! (
1945) di
Michele Galdieri,
Soffia so... (
1946) di
Garinei &
Giovannini,
E lui dice... (
1947) di Benecoste diretto da
Oreste Biancoli e
Adolfo Celi e infine, nella stagione
1952-
1953,
Gran baraonda scritto e diretto sempre da
Garinei &
Giovannini, che sarà la sua ultima apparizione sul palcoscenico, accanto a
Wanda Osiris, che avrà modo di dirigere nel
1973 in una sequenza significativa del film
Polvere di stelle.
Alberto Sordi negli studi di radio
RAInel
1950
Per lui riesce a organizzare in semi clandestinità uno spettacolo ricco di brio e di trovate originali, ottiene un successo clamoroso ma rischia di perdere la fidanzata, la quale, si sussurra, lo tradisce proprio con lo sponsor e proprietario della radio, prima di ristabilire la verità con il chiarimento di ogni equivoco.
Nel
cinema per oltre dieci anni interpreta ruoli minuscoli e poco significativi in una ventina di film, ad eccezione di quello sostenuto in
I tre aquilotti di
Mario Mattòli, dove era tra i protagonisti, nel film di
Mastrocinque sopra accennato, e ha anche l'occasione di lavorare con il grande attore genovese
Gilberto Govi e un giovane
Walter Chiarinel ruolo di un impresario argentino nel film
Che tempi!, versione cinematografica della commedia teatrale
Pignasecca e Pignaverde di
Emerico Valentinetti.Era, però, comunque un Alberto Sordi mediocre, bruttarello, con due baffetti appiccicati per forza, che appariva in parti scolorite e a lui inadatte, quasi al limite dello stucchevole.
Si fa notare nel
1950 con una pellicola sceneggiata da
Cesare Zavattini, prodotta e in massima parte diretta in forma anonima da
Vittorio De Sica,
Mamma mia che impressione!, che pur trasportando nel cinema il modello di recitazione tutto verbale sperimentato in radio, contribuì a creare un personaggio assai originale (il
Compagnuccio della Parrocchietta) che ripropose poi in altri lavori minori. Era comunque un Sordi poco convincente, estremamemte gigione che non salvò il film da una caduta rovinosa soprattutto economicamente parlando.
Tra questi film misconosciuti è senz'altro da citarne uno, considerato perduto e ritrovato fortunosamente nel giugno
2003 dalla
Cineteca di Bologna in una copia incompleta e pubblicato in
DVD:
Via Padova 46, diretto nel
1953 da
Giorgio Bianchi, dove Sordi interpretò il ruolo di un vicino di casa petulante oltre ogni misura e gran scocciatore di un modesto impiegato (
Peppino De Filippo) tutto proteso alla ricerca di un'avventura galante con una bella donna.
« Maccarone m'hai provocato e io ti distruggo adesso, io me te magno! Questo 'o damo ar gatto! Questo ar sorcio, co' questo ce ammazzamo 'e cimici. » |
(Nando Mericoni in Un americano a Roma (1954)) |
Tra il
1952 e il
1955 la popolarità di Sordi esplose sul grande schermo, dapprima con due film diretti da
Federico Fellini,
Lo sceicco bianco (
1952) e
I vitelloni (
1953), e poi con alcuni diretti da
Steno,
Un giorno in pretura (
1953),
Un americano a Roma (
1954) e
Piccola posta (
1955), dove costruisce il tipo del ragazzo un po' vigliacco, carogna, approfittatore, indolente e scansafatiche, infantile e qualunquista che lo accompagnerà per tutti gli
anni cinquanta. Lo sceicco bianco ebbe un esiguo successo di pubblico. Maggiore successo ebbe con il ruolo, non protagonista, ne "I vitelloni". Il successo ed il favore presso il grande pubblico iniziò, però, di fatto, interpretando il personaggio di Ferdinando (detto Nando) Mericoni in "Un giorno in pretura". Con "America' facce Tarzan" la popolarità dell'interpretazione fu tale che il personaggio venne sviluppato, ribadito e consacrato in "Un americano a Roma", trionfo travolgente ed autentico al botteghino.
La popolarità divenne molto consistente, nonostante ancora pochi anni prima fosse molto controversa (i noleggiatori delle pellicole avevano richiesto che il suo nome non comparisse sui manifesti de "I vitelloni" a causa della presunta modesta simpatia presso il pubblico cinematografico, anche perché "Lo sceicco bianco" fu un vero flop, soprattutto di critica) ma fortunatamente la caparbia fiducia che Fellini aveva nelle capacità di Sordi fece sì che il malinconico e cinico personaggio di "Alberto" nei "Vitelloni" lo lanciasse nell'Olimpo dei divi e quindi Sordi si trovò, di lì in avanti, a recitare senza soluzione di continuità, arrivando a girare sino a 10 pellicole l'anno.
Con l'avvento della
commedia all'italiana ha dato vita a una moltitudine di personaggi quasi tutti negativi di
italiano medio, poco edificanti, ma rispondenti a una realtà evidente e dipinti con una cattiveria a volte inficiata da un sospetto di compiacimento, ma sempre riscattata da un magistero recitativo senza eguali, molte volte collaborando anche al soggetto e sceneggiatura dei film interpretati (quasi 150) e alle diciannove pellicole da lui dirette.
Sordi in più di mezzo secolo di carriera è riuscito a fornirci un ideale valido della storia dei valori e dei costumi dell'italiano tipico dal periodo bellico ai giorni nostri, osservato nelle sue bassezze, ma in fondo giustificato per il suo buon cuore e per la sua capacità di sognare ad occhi aperti.
I personaggi di Sordi sono tendenzialmente prepotenti con i deboli e servili coi potenti, a cui cercano di mendicare qualche misero privilegio. Secondo alcuni proporre personaggi di questo tipo darebbe il "cattivo esempio", porterebbe infatti certi spettatori che altrimenti non avrebbero avuto il coraggio di rivendicare la propria pochezza, ad avere un alibi e addirittura un esempio da seguire, sentendosi rappresentati e legittimati
[10].
È praticamente impossibile enumerare tutte le sue interpretazioni, ma si devono citare almeno alcuni personaggi che hanno fatto la storia della nostra commedia: tra questi il maestro elementare supplente Impallato, che scopre per caso un allievo prodigio nel canto lirico e lo sfrutta per ottenere riconoscimenti e ricchezza in
Bravissimo (
1955) di
Luigi Filippo D'Amico, il gondoliere rivale in amore di
Nino Manfredi in
Venezia, la luna e tu (
1958) di
Dino Risi, il marito vessato dalla moglie e colmo di debiti ne
Il vedovo (
1959) sempre diretto da
Risi insieme a una strepitosa
Franca Valeri (una delle poche attrici brillanti, oltre Monica Vitti e Silvana Mangano, che hanno saputo duettare insieme a lui ad alti livelli recitativi, con classe ed eleganza), lo spregevole componente di una commissione censoria che giudica impietosamente manifesti e film piccanti e nel privato recluta a fini immorali ballerine di
night-club ne
Il moralista(
1959) di
Giorgio Bianchi.
A partire dal toccante capolavoro
La grande guerra (
1959) diretto da
Mario Monicelli nel quale era un soldato pelandrone e imboscato costretto suo malgrado a morire da eroe, dimostra un talento straordinario nel calarsi psicologicamente anche in personaggi drammatici quando non apertamente grotteschi, dagli
anni sessanta in poi.
Basti citare il sottotenente Innocenzi di
Tutti a casa (
1960) di
Luigi Comencini[11], il vigile inflessibile costretto a genuflettersi davanti al potente di turno ne
Il vigile (
1960) di
Luigi Zampa, il giornalista Silvio Magnozzi di
Una vita difficile (
1961) di
Dino Risi, l'industriale fallito disposto a vendere un occhio per riassestare le sue finanze e accontentare una moglie sin troppo esigente ne
Il boom (
1963) di
Vittorio De Sica, il medico della mutua disposto a qualsiasi compromesso per diventare primario in una clinica di lusso nel dittico
Il medico della mutua (
1968) di
Luigi Zampa e
Il Prof. Dott. Guido Tersilli, primario della clinica Villa Celeste, convenzionata con le mutue (
1969) di
Luciano Salce, l'editore partito alla ricerca del cognato disperso in Africa in
Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa? (
1968) di
Ettore Scola, il geometra incarcerato senza motivo mentre si trova in vacanza di
Detenuto in attesa di giudizio (
1971) di
Nanni Loy (per questo ruolo si aggiudicò nel
1972 l'
Orso d'Oro al
Festival di Berlino) il baraccato che una volta all'anno insieme alla moglie (
Silvana Mangano) organizza interminabili partite a carte nella villa lussuosa di una ricca e bizzarra signora con segretario ed ex amante al seguito (gli ottimi
Bette Davis e
Joseph Cotten) in
Lo scopone scientifico (
1972) di
Luigi Comencini, fino al drammatico ruolo che recita in
Un borghese piccolo piccolo (
1977) di
Mario Monicelli, che rappresenta il suo apice. Con
Monicelli recitò nuovamente nel doppio, beffardo e amaro ruolo sostenuto ne
Il marchese del Grillo (
1981).
Nel complesso il Sordi attore ha sempre dato il meglio di sé nei film diretti da altri registi, i già citati maestri della
commedia all'italiana Magni, Zampa, Monicelli, Loy, Scola, De Sica, Comencini; tuttavia qualche ottimo risultato del Sordi regista (o, più spesso, regista-attore) lo si deve annoverare specie fra gli anni sessanta e settanta.
Come regista diresse in totale 18 pellicole, a partire dal
1966, quando ne realizzò due:
Fumo di Londra, basato sulle manchevolezze comportamentali e sociali di un italiano in trasferta all'estero (tematica già affrontata da
Gian Luigi Polidoro in molti suoi film) e
Scusi, lei è favorevole o contrario? ritratto di un agiato commerciante di tessuti, separato dalla moglie, con tante amanti da mantenere quanti sono i giorni della settimana in un'
Italia scossa dalle polemiche sul referendum divorzista.
Di spessore decisamente inferiore nel complesso risultano invece i film girati nell'ultima declinante fase della sua carriera, dagli anni ottanta in poi (che inaugurò con il film
Io e Caterina,
1980): declino in parte condizionato dal tramonto in generale del filone della
commedia all'italiana, ma in buona parte dovuto ad una certa tendenza di Sordi stesso a riproporre in quegli anni un tipo di personaggio ormai datato e non più molto originale.
« Me dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo! » |
(Onofrio del Grillo ne "Il marchese del Grillo") |
Il marchese del Grillo (
1981).
Ma il film da lui preferito, tra quelli diretti, rimane senz'altro il malinconico
Nestore, l'ultima corsa (
1994), dove interpretò un vetturino non ancora rassegnato a portare il suo cavallo al macello. Le sequenze del mattatoio sono rimaste di una durezza sconcertante e pressoché inedite per un film di Sordi. L'ultima pellicola da lui diretta fu il mediocre e sfortunato
Incontri proibiti (
1998) accanto a
Valeria Marini, presentato ancora nel
2002 sul grande e piccolo schermo con montaggio diverso e un altro titolo,
Sposami papà.
Noto presso il grande pubblico con l'epiteto di "Albertone", prese parte a numerose trasmissioni televisive (tra cui
Studio Uno, insieme alla cantante
Mina, nel
1966) in cui dava sempre prova di grande sarcasmo e bonomia.
La sua popolarità fu consacrata e si diffuse ulteriormente in tutta Italia quando collaborò insieme al giornalista
Giancarlo Governi, a partire dal
1979, alla realizzazione dell'apprezzata trasmissione
Storia di un italiano realizzata in quattro edizioni dove, attraverso una selezione tematica di spezzoni dei suoi numerosi film, si presentava la figura di un certo italiano medio, coi suoi pregi ed i suoi difetti
[12]: ad essa trent'anni dopo il giovane studioso di cinema
Alessandro Ticozzi avrebbe dedicato il saggio
L'Italia di Alberto Sordi, pubblicato dalla
Fermenti Editrice di Roma
[13], mentre nel
2010 - anno in cui avrebbe compiuto 90 anni - lo stesso Governi vi ha dedicato il saggio
Alberto Sordi, l'italiano, pubblicato con
Armando Curcio Editore di Roma
[14]. Nel
1996 si diffuse l'ipotesi che l'attore romano volesse scippare la fascia tricolore al sindaco
Francesco Rutelli. Come riporta il
Corriere della sera, il 23 novembre di quello stesso anno prese parte ad una puntata del
Tappeto Volante di
Luciano Rispoli, su
Telemontecarlo, in cui dichiarò: "Il sindaco non si deve preoccupare: io sono stato, sono e resterò attore fino alla fine dei miei giorni". Il 24 aprile
2002 gli venne conferita dall'
Università degli studi di Salerno una laurea
honoris causa in
Scienze della Comunicazione.
[15]
Il giorno del suo ottantesimo compleanno, il 15 giugno
2000 il
sindaco di Roma,
Francesco Rutelli, gli cedette per un giorno lo "scettro" di quella città di cui è stato il figlio prediletto, e di cui aveva canzonato salacemente vizi e false virtù. Una delle sue ultime apparizioni televisive risale al 18 dicembre
2001, nel programma
Porta a Porta condotto da
Bruno Vespa e dedicato interamente a lui. Dopo questa serata apparirà ancora nel luglio del 2002 nel programma
Italiani nel mondo presentato da Pippo Baudo e poi, per l'ultima volta, in un filmato girato nel suo studio che verrà proiettato solo per il pubblico del teatro Ambra Jovinelli di Roma dove, nel dicembre 2002, verrà organizzata una serata in suo onore.
Era un grande tifoso della
Roma.
Messaggio apparso su piazza San Giovanni durante i funerali di Sordi
Estremamente riservato, non si è mai sposato, giustificando tale scelta con la nota argomentazione «Che mi metto un'estranea in casa?». Ha vissuto sempre a
Roma, sino al 1930 nella natia via san Cosimato 7 e poi, dopo la demolizione per il costruendo palazzo del vicariato, nella vicina via Venezian, dunque oltrepassando
Ponte Sisto e la sua
Trastevere, in un appartamento di Via dei Pettinari e, dal 1958 fino alla morte, nella villa di Via Druso già appartenente al gerarca fascista
Dino Grandi, insieme alle sorelle Savina (deceduta nel
1972) e Aurelia (nata nel
1917) e con il fratello Giuseppe (
1915–
1990), suo amministratore, e con la segretaria Annunziata che oggi sovrintende al suo archivio personale.
Per i mezzi di comunicazione, Alberto Sordi si è spento il 25 febbraio 2003, perché è il giorno in cui è stata data la notizia della morte, che invece è avvenuta, come è scritto sopra, il 24 febbraio 2003.
- Mostra del cinema di Venezia
- Festival di Berlino
- Festival cinematografico internazionale di Mosca
- Premio Golden Globe
- David di Donatello
- Nastri d'argento
| Laurea Honoris Causa in Scienze e Tecnologie della Comunicazione. |
| «La Laurea Honoris Causa in Scienze e Tecnologie della Comunicazione viene assegnata ad Alberto Sordi per la coerenza di un lavoro che non ha eguali e per l'eccezionale capacità di usare il cinema per comunicare e trasmettere l'ideale storia di valori e costumi dell'Italia moderna dall'inizio del Novecento a oggi.»
— Università IULM di Milano, 12 marzo 2002[20] |
Nel
2011 il
Bif&st di
Bari ha assegnato un Premio intitolato ad Alberto Sordi per il
miglior attore non protagonista tra i film del festival.
Ad Alberto Sordi è stata dedicata una scuola a Roma, la
scuola secondaria di primo grado “Alberto Sordi”
[22], nata dall'unione delle Scuole Medie Statali "PierLuigi Nervi" di Piazzale Hegel e "Giacomo Puccini” di Piazza Giuseppe Gola.
Dal 14 febbraio al 31 marzo
2013 il
Vittoriano di Roma ha ospitato la mostra
Alberto Sordi e la sua Roma, dedicata al grande attore e soprattutto al suo rapporto con la città natale.
[23]
Il 16 febbraio
2013 è stato inaugurato all'interno di
Villa Borghese a Roma un viale dedicato ad Alberto Sordi, alla presenza della sorella dell'attore, Aurelia, e del sindaco
Alemanno.
[24]
- Il feroce Saladino, regia di Mario Bonnard (1937)
- Scipione l'africano, regia di Carmine Gallone (1937)
- La principessa Tarakanova, regia di Mario Soldati (1938)
- La notte delle beffe, regia di Carlo Campogalliani (1939)
- Cuori nella tormenta, regia di Carlo Campogalliani (1940) (doppiato da Gualtiero De Angelis)
- Le signorine della villa accanto, regia di Gian Paolo Rosmino (1942)
- La signorina, regia di László Kish (1942)
- Casanova farebbe così!, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1942)
- I tre aquilotti, regia di Mario Mattoli (1942)
- Giarabub, regia di Goffredo Alessandrini (1942)
- Sant'Elena, piccola isola, regia di Renato Simoni e Umberto Scarpelli (1943)
- Tre ragazze cercano marito, regia di Duilio Coletti (1944)
- L'innocente Casimiro, regia di Carlo Campogalliani (1945)
- Chi l'ha visto?, regia di Goffredo Alessandrini (1945)
- Le miserie del signor Travet, regia di Mario Soldati (1945)
- Il vento m'ha cantato una canzone, regia di Camillo Mastrocinque (1947)
- Il delitto di Giovanni Episcopo, regia di Alberto Lattuada (1947)
- Il Passatore, regia di Duilio Coletti (1947) (doppiato da Carlo Romano)
- Che tempi!, regia di Giorgio Bianchi (1948)
- Sotto il sole di Roma, regia di Renato Castellani (1948)
- Circo equestre Za-bum (episodio Galop finale al circo), regia di Mario Mattoli (1949)
- Mamma mia che impressione!, regia di Roberto Savarese (1951) (anche produzione, soggetto e sceneggiatura)
- Cameriera bella presenza offresi..., regia di Giorgio Pàstina (1951)
- È arrivato l'accordatore (Zero in amore), regia di Duilio Coletti (1952)
- Lo sceicco bianco, regia di Federico Fellini (1952)
- Giovinezza, regia di Giorgio Pàstina (1952)
- Totò e i re di Roma, regia di Steno e Mario Monicelli (1952)
- I vitelloni, regia di Federico Fellini (1953)
- Canzoni, canzoni, canzoni (episodio Io cerco la Titina), regia di Domenico Paolella (1953) (riedito nel 1962, con sequenze aggiunte, col titoloCanzoni di ieri, canzoni di oggi, canzoni di domani)
- Via Padova 46, regia di Giorgio Bianchi (1953) (ritrovato nel 2003 e riedito con il titolo Lo scocciatore)
- Ci troviamo in galleria, regia di Mauro Bolognini (1953) (voce)
- L'incantevole nemica, regia di Claudio Gora (1953) (voce)
- Un giorno in pretura, regia di Steno (1953) (anche sceneggiatura)
- Due notti con Cleopatra, regia di Mario Mattoli (1954)
- Tripoli, bel suol d'amore (conosciuto anche come I quattro bersaglieri), regia di Ferruccio Cerio (1954)
- Il matrimonio, regia di Antonio Petrucci (1954)
- Amori di mezzo secolo (episodio Dopoguerra 1920), regia di Mario Chiari (1954)
- Tempi nostri (episodio Scusi, ma...), regia di Alessandro Blasetti (1954) (episodio mancante nella versione originaria del film, ritrovato e proiettato nel 2004)
- Gran varietà (episodio Fregoli), regia di Domenico Paolella (1954)
- Allegro squadrone, regia di Paolo Moffa (1954)
- Accadde al commissariato, regia di Giorgio Simonelli (1954)
- Il seduttore, regia di Franco Rossi (1954)
- Una parigina a Roma, regia di Erich Kobler (1954)
- Un americano a Roma, regia di Steno (1954) (anche sceneggiatura)
- L'arte di arrangiarsi, regia di Luigi Zampa (1954)
- Il segno di Venere, regia di Dino Risi (1955)
- Buonanotte... avvocato!, regia di Giorgio Bianchi (1955) (sceneggiatura)
- Un eroe dei nostri tempi, regia di Mario Monicelli (1955)
- I pinguini ci guardano, regia di Guido Leoni (1955)
- La bella di Roma, regia di Luigi Comencini (1955)
- Faccia da mascalzone, regia di Raffaele Andreassi (1955)
- Accadde al penitenziario, regia di Giorgio Bianchi (1955)
- Bravissimo, regia di Luigi Filippo D'Amico (1955)
- Piccola posta, regia di Steno (1955)
- I pappagalli, regia di Bruno Paolinelli (1955)
- Lo scapolo, regia di Antonio Pietrangeli (1955)
- La città del cinema, regia di Vittorio Sala (1955)
- Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, regia di Mauro Bolognini (1956)
- Mio figlio Nerone, regia di Steno (1956)
- Mi permette, babbo!, regia di Mario Bonnard (1956)
- Era di venerdì 17, regia di Mario Soldati (1956)
- Arrivano i dollari!, regia di Mario Costa (1957)
- Souvenir d'Italie, regia di Antonio Pietrangeli (1957)
- Il conte Max, regia di Giorgio Bianchi (1957) (anche sceneggiatura)
- Il medico e lo stregone, regia di Mario Monicelli (1957)
- Il marito, regia di Nanni Loy e Gianni Puccini (1957) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Addio alle armi (A Farewell to Arms), regia di Charles Vidor (1957)
- Ladro lui, ladra lei, regia di Luigi Zampa (1958) (anche sceneggiatura)
- Fortunella, regia di Eduardo De Filippo (1958)
- Domenica è sempre domenica, regia di Camillo Mastrocinque (1958) (sceneggiatura)
- La vedova elettrica (Le septième ciel), regia di Raymond Bernard (1958)
- Venezia, la luna e tu, regia di Dino Risi (1958)
- Racconti d'estate, regia di Gianni Franciolini (1958) (anche sceneggiatura)
- Nella città l'inferno, regia di Renato Castellani (1959)
- Il giovane leone (Oh, que Mambo!), regia di John Berry (1959)
- Policarpo, ufficiale di scrittura, regia di Mario Soldati (1959)
- Vacanze d'inverno, regia di Camillo Mastrocinque (1959)
- Il moralista, regia di Giorgio Bianchi (1959)
- Costa Azzurra, regia di Vittorio Sala (1959)
- I magliari, regia di Francesco Rosi (1959)
- La grande guerra, regia di Mario Monicelli (1959)
- Il vedovo, regia di Dino Risi (1959)
- Brevi amori a Palma di Majorca, regia di Giorgio Bianchi (1959)
- Gastone, regia di Mario Bonnard (1960)
- Il vigile, regia di Luigi Zampa (1960)
- Tutti a casa, regia di Luigi Comencini (1960)
- Crimen, regia di Mario Camerini (1960)
- Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
- I due nemici, regia di Guy Hamilton (1961)
- Una vita difficile, regia di Dino Risi (1961)
- Il commissario, regia di Luigi Comencini (1962)
- Mafioso, regia di Alberto Lattuada (1962)
- Il diavolo, regia di Gian Luigi Polidoro (1963)
- Il boom, regia di Vittorio De Sica (1963)
- Tentazioni proibite, regia di Osvaldo Civirani (1963)
- Il maestro di Vigevano, regia di Elio Petri (1963)
- Risate all'italiana, regia di (1964)
- La mia signora, regia di Tinto Brass, Luigi Comencini e Mauro Bolognini (1964)
- Il disco volante, regia di Tinto Brass (1964)
- I tre volti (episodio Latin lover), regia di Franco Indovina (1965) (anche sceneggiatura)
- Quei temerari sulle macchine volanti (Those magnificent men in their flying machines, or: how I flew from London to Paris in 25 hours and 11 minutes), regia di Ken Annakin (1965)
- I complessi (episodio Guglielmo il dentone), regia di Luigi Filippo D'Amico (1965) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Thrilling (episodio L'autostrada del sole), regia di Carlo Lizzani (1965)
- Made in Italy (2º episodio del 2º capitolo, La famiglia), regia di Nanni Loy (1965)
- Fumo di Londra, regia di Alberto Sordi (1966)
- I nostri mariti (episodio Il marito di Roberta), regia di Luigi Filippo D'Amico (1966)
- Le fate (episodio Fata Marta), regia di Antonio Pietrangeli (1966)
- Le streghe (episodio Senso civico), regia di Mauro Bolognini (1966)
- Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
- Un italiano in America (1967) (anche regia)
- Il medico della mutua, regia di Luigi Zampa (1968) (anche sceneggiatura)
- Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?, regia di Ettore Scola (1968)
- Amore mio aiutami (1969) (anche regia)
- Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
- Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue, regia di Luciano Salce (1969) (anche sceneggiatura)
- Contestazione generale (episodio Il prete), regia di Luigi Zampa (1970)
- Il presidente del Borgorosso Football Club, regia di Luigi Filippo D'Amico (1970) (anche sceneggiatura)
- Le coppie (episodi La camera, anche regia, e Il leone, regia di Vittorio De Sica) (1970)
- Detenuto in attesa di giudizio, regia di Nanni Loy (1971)
- Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, regia di Luigi Zampa (1971)
- Roma, regia di Federico Fellini (1972) (apparizione non accreditata e in seguito tagliata al montaggio)
- Lo scopone scientifico, regia di Luigi Comencini (1972)
- La più bella serata della mia vita, regia di Ettore Scola (1972)
- Anastasia mio fratello, regia di Steno (1973) (anche sceneggiatura)
- Polvere di stelle, regia di Alberto Sordi (1973)
- Finché c'è guerra c'è speranza, regia di Alberto Sordi (1974)
- E il Casanova di Fellini? regia di Gianfranco Angelucci e Liliana Betti (1975)
- Di che segno sei? (episodio Il fuoco), regia di Sergio Corbucci (1975) (anche sceneggiatura)
- Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca regia di Mario Morra (1975)
- Il comune senso del pudore (primo episodio), regia di Alberto Sordi (1976)
- Quelle strane occasioni (episodio L'ascensore), regia di Luigi Comencini (1976)
- Un borghese piccolo piccolo, regia di Mario Monicelli (1977)
- I nuovi mostri (episodi Pronto Soccorso, Come una regina e L'elogio funebre), regia di Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola (1977)
- Dove vai in vacanza? (episodio Le vacanze intelligenti), regia di Alberto Sordi (1978)
- L'ingorgo, regia di Luigi Comencini (1979)
- Il testimone (Le témoin), regia di Jean-Pierre Mocky (1979) (anche sceneggiatura)
- Il malato immaginario, regia di Tonino Cervi (1979)
- Io e Caterina, regia di Alberto Sordi (1980)
- Il marchese del Grillo, regia di Mario Monicelli (1981) (anche sceneggiatura)
- Io so che tu sai che io so, regia di Alberto Sordi (1982)
- In viaggio con papà, regia di Alberto Sordi (1982)
- Il tassinaro, regia di Alberto Sordi (1983)
- I bersaglieri, regia di Corrado Prisco (1983) - cortometraggio
- Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, regia di Mario Monicelli (1984)
- Tutti dentro, regia di Alberto Sordi (1984)
- Sono un fenomeno paranormale, regia di Sergio Corbucci (1985)
- Troppo forte, regia di Carlo Verdone (1986) (anche sceneggiatura)
- Un tassinaro a New York, regia di Alberto Sordi (1987)
- Una botta di vita, regia di Enrico Oldoini (1988)
- L'avaro, regia di Tonino Cervi (1990)
- In nome del popolo sovrano, regia di Luigi Magni (1990)
- Vacanze di Natale '91, regia di Enrico Oldoini (1991) (anche soggetto e sceneggiatura)
- Assolto per aver commesso il fatto, regia di Alberto Sordi (1992)
- Nestore, l'ultima corsa, regia di Alberto Sordi (1994)
- Romanzo di un giovane povero, regia di Ettore Scola (1995)
- Incontri proibiti, regia di Alberto Sordi (1998) (ripresentato nel 2002 con diverso montaggio e con il titolo Sposami papà)
- Tempo di pic-nic (A Perfect Day), regia di James Parrott (1929)
- Sotto zero (Below Zero), regia di James Parrott (1930)
- Un marito servizievole (Hog Wild), regia di James Parrott (1930)
- Un nuovo imbroglio (Another Fine Mess), regia di James Parrott (1930)
- Andiamo a lavorare (One Good Turn), regia di James W. Horne (1931)
- Un salvataggio pericoloso (Come Clean!), regia di James W. Horne (1931)
- Muraglie (Pardon Us), regia di James Parrott (1931)
- La scala musicale (The Music Box), regia di James Parrott (1932)
- Il circo è fallito (The Chimp), regia di James Parrott (1932)
- Il compagno B (Pack Up Your Troubles), regia di George Marshall e Raymond McCarey (1932)
- Ospiti inattesi (Scram!), regia di Ray McCarey (1932)
- Ospedale di contea (County Hospital), regia di James Parrott (1932)
- Noi e il piccolo Slim (Their First Mistake), regia di George Marshall (1932)
- Buone vacanze (Towed in a Hole), regia di George Marshall (1932)
- La ronda di mezzanotte (The Midnight Patrol), regia di Lloyd French (1933)
- Lavori in corso (Busy Bodies), regia di Lloyd French (1933)
- Fra' Diavolo (The Devil's Brother), regia di Hal Roach e Charley Rogers (1933) - doppiato nel 1948
- Alchimia (Dirty Work), regia di Lloyd French (1933)
- Il regalo di nozze (Me and My Pal), regia di Lloyd French e Charley Rogers (1933)
- I figli del deserto (Sons of the Desert), regia di William A. Seiter (1933)
- Annuncio matrimoniale (Oliver The Eighth), regia di Lloyd French (1934)
- Vita in campagna (Them Thar Hills), regia di Charley Rogers (1934)
- Andando a spasso (Going Bye-Bye!), regia di Charley Rogers (1934)
- Nel paese delle meraviglie - Il Villaggio Incantato (Babes in Toyland - March of the Wooden Soldiers), regia di Gus Meins e Charley Rogers (1934)
- Il fantasma stregato (The Live Ghost), regia di Charley Rogers (1934)
- Questione d'onore (Tit for Tat), regia di Charley Rogers (1935)
- Allegri poeti (The Fixer-Uppers), regia di Charley Rogers (1935)
- Fratelli di sangue (Thicker Than Water), regia di James W. Horne (1935)
- La ragazza di Boemia - Noi siamo zingarelli (The Bohemian Girl), regia di James W. Horne e Charley Rogers (1936)
- Avventura a Vallechiara (Swiss Miss), regia di John G. Blystone (1938)
- Vent'anni dopo - Stanlio & Ollio teste dure (Block-Heads), regia di John G. Blystone (1938)
- I diavoli volanti (The Flying Deuces), regia di A. Edward Sutherland (1939)
- Noi siamo le colonne (A Chump at Oxford), regia di Alfred Goulding (1940) -
- C'era una volta un piccolo naviglio (Saps at Sea), regia di Gordon Douglas (1940)
- Ciao amici! (Great Guns), regia di Monty Banks (1941)
- Sim Sala Bim (A-Hauting We Will Go), regia di Alfred Wecker (1942)
- Il nemico ci ascolta (Air Raid Wardens), regia di Edward Sedgwick (1943)
- Gli allegri imbroglioni (Jitterbugs), regia di Malcolm St. Clair (1943)
- Sempre nei guai (Nothing But Trouble), regia di Malcolm St. Clair (1944)
- I toreador (The Bullfighters), regia di Malcolm St. Clair (1945)
- Dopo Waterloo (The Fighting Kentuckian), regia di George Waggner (1949)
- Le gioie della vita (Riding High), regia di Frank Capra (1950)
- Atollo K (Atoll K - Utopia - Robinson Crusoeland), regia di Leo Joannon (1951)
- Casablanca, regia di Michael Curtiz (1942) (voce di Curt Bois)
- La valle del destino (The Valley of Decision), regia di Tay Garnett (1945) (voce di Preston Foster)
- Il bandito senza nome (Somewhere in the Night), regia di Joseph L. Mankiewicz (1946) (voce di Sheldon Leonard)
- La scala a chiocciola (The Spiral Staircase), regia di Robert Siodmak (1946) (voce di Gordon Oliver)
- Abbasso la ricchezza!, regia di Gennaro Righelli (1946) (voce di Vittorio Mottini)
- La vita è meravigliosa (It's a Wonderful Life), regia di Frank Capra (1946) (voce dell'autista di taxi)
- La città del jazz (New Orleans), regia di Arthur Lubin (1947) (voce di Woody Herman)
- Perdutamente (Humoresque), regia di Jean Negulesco (1947) (voce di Craig Stevens)
- Il massacro di Fort Apache (Fort Apache), regia di John Ford (1948) (voce di Pedro Armendáriz)
- Ladri di biciclette, regia di Vittorio De Sica (1948) (voce del venditore di biciclette, attore non identificato)
- Il cervello di Frankenstein (Abbott and Costello Meet Frankenstein), regia di Charles Barton (1948) (voce di Charles Bradstreet)
- Domenica d'agosto, regia di Luciano Emmer (1949) (voce di Marcello Mastroianni)
- Cronaca di un amore, regia di Michelangelo Antonioni (1950) (voce di Franco Fabrizi)
- Prima comunione, regia di Alessandro Blasetti (1950) (voce fuori campo del narratore)
- I pinguini ci guardano, regia di Guido Leoni (1956) (voce fuori campo di un animale)
- 1936-1937: San Giovanni, Compagnia di Aldo Fabrizi e Anna Fougez
- 1938-1939: Ma in campagna è un'altra... rosa, Compagnia di Guido Riccioli e Nanda Primavera
- 1941-1942: Tutto l'oro del mondo, Compagnia di Guido Fineschi e Maria Donati
- 1942-1943: Teatro della caricatura, accanto a Fanfulla
- 1943-1944: Ritorna Za-Bum, di Marcello Marchesi, regìa di Mario Mattòli
- Sai che ti dico?, di Marcello Marchesi, regìa di Mario Mattòli
- 1944-1945: Un mondo di armonie, rivista musicale di Alberto Semprini
- Imputati... alziamoci!, di Michele Galdieri
- 1945-1946: Soffia so'..., di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
- Soffia so'... n. 2, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
- 1947-1948: E lui dice..., di Benecoste, regìa di Oreste Biancoli e Adolfo Celi
- 1952-1953: Gran baraonda, di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, accanto a Wanda Osiris